Laura
Mi ricordo che eri bollente, ricordo i tuoi capelli bagnati di sudore, ricordo che eri bellissimo. Quanto ti era difficile raccontarmelo. Mi stavi dicendo un segreto. Stavi raccontando a me il tuo segreto e ci conoscevamo appena. Ho percepito il tuo dolore e la voglia che avevi di condividerlo con me. Avrei voluto esserci stata prima per te, così magari avresti avuto un po’ meno paura.
Era il marzo più freddo che ci fosse mai stato a Roma, ma c’era caldo con te nel letto. Eravamo due chicchi d’uva, io sdraiata e tu sopra, mi guardavi attraverso i tuoi occhiali spessi, e io ti ho detto che mi piacevano tanto i tuoi occhi.
Sei diventato tutto rosso, sudavi, tanto, sentivo i battiti del tuo cuore che rimbombavano nel tuo petto appoggiato sul mio.
Mi sono pentita immediatamente di avertelo detto, non potevo immaginare, non sapevo che avessi un segreto, che lo avessero i tuoi occhi che mi piacevano tanto.
? ok, lascia stare, scusa, no, davvero scusa, non dovevo…
? no, è che…
? cosa? … no, non, scusa non devi dirmelo se non vuoi…
? no! E’ che non so come fare a dirtelo senza sembrare patetico
? non sei patetico
? avevo un problema agli occhi…
? non sei patetico
? e poi un giorno questo problema è diventato un po’ troppo difficile per me, era troppo difficile da gestire per me…
? non sei patetico
? e ho avuto un trapianto…
Hai cominciato a raccontarmi cosa aveva significato, a quattordici anni, sentirti dire che saresti diventato cieco, e cosa avevi provato quanto ti avevano detto che potevi operarti… Io ti guardavo, guardavo i tuoi occhi dietro gli occhiali.
Avrei voluto esserci stata prima per te. Avresti avuto un po’ meno paura a quattordici anni.
Ti avevo strappato quella storia dalle labbra, forse troppo presto. Stavi raccontando a me il tuo segreto e ci conoscevamo appena. Mi ricordo che eri bollente, ricordo i tuoi capelli bagnati di sudore, ricordo che eri bellissimo.
Laura Rovetti