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Sara

Sara

Camminavo in giardino, gli occhi stanchi, gonfi e un groppo qui, all’altezza della bocca dello stomaco. Mi fermai nei pressi del roseto per pura abitudine, alla ricerca di rametti secchi da staccare. Una sola rosa, coraggiosa, sfidava la stagione ormai passata. Mi avvicinai, invidiosa della sua vita, e solo allora la rosa mi svelò il suo segreto. Tra i petali un’ape addormentata (ma le api non dormono negli alveari?) e dunque morta, un’ape morta, lì, adagiata, serena, nel grembo profumato del fiore più nobile. L’ape aveva scelto la morte perfetta e il fiore l’aveva accolta. Me ne andai con la tristezza di chi ha spiato due innamorati.

Sara Beinat