Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu
Llilith

Llilith

Ferma! Hai una leeches addosso!!!
Una leeches?
Una sanguisuga!
Una sanguisuga? Panico. dov’è: sulle gambe? Sulle braccia?
Sta ferma che te la tolgo! Non è grande!
La leeches, se è piccola, basta darle un colpo netto e preciso con due dita, come se fosse una biglia su un tavolo. Quanti giorni sono che esploriamo la giungla? Il caldo umido, la pioggia, il fango, le sanguisughe non ci fermano, ci divertiamo ad adattarci. Continuiamo a cercare con lo stesso entusiasmo del primo minuto, e con la stessa meraviglia. Le felci, i funghi, le liane si stringono fra loro in un abbraccio che diventerà eterno. E le scimmie, e poi gli insetti grandi come una mano, corazzati come carri armati ed eleganti come in abito da sera.
Bannish, ci indica su, con il dito – Ascoltate: questo per noi è il canto della giungla. Una vibrazione sonora fortissima prodotta da un insetto piccolo come una penna rigata, una penna di quelle che si mangiano, con il sugo. All’improvviso Bannish ci fa fermare: – Guardatevi intorno. Riuscite a dirmi dov’è il sole adesso? Credete di poter sapere dov’è il nord, o l’ovest?
La poca luce che filtrava era identica da tutti i lati, a stento si riusciva a capire da dove si era arrivati, a meno che non si segnasse la strada col machete. Guardate lassù! Dice Bannish.
Un albero, con una testa larga come una portaerei, è pieno di scimmie: i macachi occupano la parte più bassa, a media altezza le scimmie grigie, quelle brune e le rosse. In alto un folto gruppo di nasiche, in pieno relax poetico, le più giovani immerse nel gioco del far le giravolte, altre impegnate a spelacchiarsi con la concentrazione di un’estetista al lavoro.
Su quel ramo, a sinistra! Dice Bannish. E la sua voce vibra di gioia.
Una mamma aveva creato lo spazio di tranquillità per sé e per il suo piccolo neonato. E lo cullava.
I nostri corpi vibravano di un’emozione che finora ci aveva ammutoliti. Le nostre bocche però erano stese in sorrisi sgargianti.
Questa è pura bellezza.

Llilith Minisi